Survivalismo,la nuova inquietudine del potere

Sono sempre stato appassionato di sociologia, ma non tanto di quella dei grandi Maestri e Filosofi della storia, ma nell’osservare gli usi,costumi e comportamenti della società in cui viviamo, specialmente i piccoli insignificanti dettagli del variegato mondo tout court della strada.

Questa mia particolarità mi ha permesso sin da piccolo di confrontarmi e prevenire certe situazioni e cambiamenti, ammettendo anche, in alcuni casi, di aver amplificato certi fatti in quelle che vengono definite le famose teorie complottiste, le quali però nella stragrande maggioranza dei casi, si sono rilevate vere.

Ho sempre ammirato da quando vivo in Francia, la capacità analitica di osservazione e discussione da parte di alcuni professori del mondo accademico, di far conoscere certi nuovi fenomeni sociali, seppur l”inevitabile seguito ne sia una “schedatura” ai fini di un controllo sociale da parte delle Autorità.

Nel fotomontaggio che ho postato sotto il titolo, vi è un titolo niente meno che dal quotidiano “Le Figaro” e l’immagine della fiction anni’70 ” i sopravvissuti” in cui un virus usciva da un laboratorio cinese provocando la morte dell’umanità, tranne per pochi sopravvissuti.

Una sceneggiatura apocalittica che mi rimase impressa da piccolo e che mi ha aiutato a gestire psicologicamente e materialmente questi ultimi nostri anni dall’anno 2020 in cui, guarda caso con la”pandemia” e tutti i seguiti mediatici collegati, la nostra esistenza ne è stata condannata a non tornarne più indietro, ma anzi a peggiorare nel sistema/agenda globalista del NWO.

Voglio però soffermarmi su fenomeno sociale osservato e schedato che ne è scaturito, dei cosiddetti survivalisti di cui però i nostri media tacciono (per ora) o peggio inglobano tutto nelle spudorate accuse senza ritegno riferite al generico complottismo e NOVAX.

Anche la versione italiana di wikipedia tratta l’argomento con le pinze con la netta volontà di evitare che sempre più gente apra il cervello, mentre nelle altre versioni francesi e inglesi vi è un accurato approfondimento.

A tal riguardo vi invito a leggere ed ascoltare un articolo su FRANCE CULTURE

Le Scuse,il Perdono, i Sensi di Colpa

Nella mia tormentata esistenza, fatta di qualche gioia, di molti drammi che mi hanno segnato e anche di alcune storiche divertenti gaffes, sono sempre stato attento ai piccoli dettagli, tanto è vero che fin da piccolo alle elementari, più di una volta il Maestro interruppe la lezione per fare notare ai compagni di classe le mie osservazioni.

Con questo non voglio assolutamente farne un vanto , il mio percorso scolastico è molto basso, seppur di certo molto più erudito dal semplice fatto della nostra generazione cresciuta negli anni 70 in rapporto al vuoto cosmico delle generazioni odierne.
Tra le molte cose a cui tengo di fare delle precisazioni, mettendo i famosi “puntini sulle i” c’è per me la notevole differenza tra le Scuse ed il Perdono.

Troppo spesso sento persone che parlando o scrivendo chiedono scusa , perdonami ….

Per me non è la stessa cosa.

Io faccio e/o ricevo delle scuse quando a torto e/o ragione commetto e/o subisco un lieve danno che involontariamente o con leggera malizia NON comporta un fatto grave a tal punto da segnare il corso della tua vita.

Quelle per me sono le SCUSE .

Il PERDONO invece è per me qualcosa su un altro piano, dapprima perché comporta un fatto molto più grave, che ti marca indelebilmente, ed in secondo luogo perché implica di conseguenza una spiritualità e/o fede religiosa che ne accetta i fatti.

Io non posseggo questa prerogativa, e di fatto quindi non riconosco il PERDONO (ben inteso su fatti che mi hanno segnato a vita) nella mia esistenza.

Né come offerta e/o segno di pace né tantomeno come richiesta per i miei misfatti (sarebbe troppo comodo così).

Con questo voglio però specificare che il fatto che io non perdoni NON implica la vendetta o il passare i giorni della mia vita a tirare imprecazioni e malvagità augurando il peggio a chi di fatto io non perdono.

No, la mia è solo una presa di posizione che non esula dai Sensi di Colpa.

Quelli che a discrezione del soggetto rodono dentro come un topo che ti distrugge piano piano con dei dolori atroci.

Spesso da sensi di colpa ingiustificati o sopravvalutati , questi dolori sono talmente forti da farti venire la ragione per la quale ti verrebbe voglia di accettare e/o domandare il perdono, ma non lo fai, non per una questione di orgoglio ma perché semplicemente hai le tue impostazioni mentali fino alla fine.

Si, lo so , ho un bruttissimo carattere

La via di mezzo e la generazione trombata

Sono passati 13 anni da quando scrissi un mio articolo che fu ripreso da molti poi in rete e nell’editoria, riguardava una personale riflessione sul confine di due generazioni pre e post allunaggio.

Mettevo a confronto chi,seppur nato anche solo poco prima di quell’evento, con gli altri nati dopo.

Sottolineavo in pratica,come i primi hanno avuto un certo peso da portarsi dietro,nell’essere l’anello di congiunzione tra le generazioni passate del dopo guerra con quelle future.

Con l’evolversi poi dei tempi e il radicale cambiamento sociale, questo « peso » si è trasformato via via, nella maggior parte dei casi in un clima di insoddisfazione generale, oltre che in rabbia su tutto cio’ che accade ogni giorno e di cui ci rifiutiamo di perderne il controllo ed arrenderci.

Gli scarti generazionali sono sempre più brevi, ed è cosi’ che, nonostante siamo iper- tecnologici,reattivi e collegati, siamo di fatto su quella via di « anziano-andante » senza rendercene conto e con quell’eterno complesso di Calimero che ci rende ancora cuccioli indifesi e bastonati.

Uno dei pregi della nostra generazione è sicuramente la capacità analitica dei fatti ed il rapido reso conto delle situazioni e dei giudizi, da sempre in contrapposizione con la lentezza di chi è più vecchio di noi e la totale assenza di impostazione di ogni valore sociale delle generazioni successive.

Ho notato anche una similitudine tra chi è più anziano e chi più giovane di noi, ovvero una particolare spiccata predisposizione all’estremismo, che sia ideologico-politico o nei modi di vita.

La storia ci insegna che gli estremismi non hanno mai pagato, son sempre serviti e servono specialmente tutt’ora a foraggiare il vero potere che se la ride sotto i baffi.

Forse è per questo che la nostra generazione è stata trombata, e nella scena politico-mediatica di quel teatrino chiamato Italia, si è passati di fatto dai dinosauri ai bambini prodigio, negandoci qualsiasi possibilità.

Passerà anche quest’EXPO, e lascerà alla fine una nuova ventata, un’altro divario sociale tra le stesse nuove generazioni in un paese che pero’ resterà sempre lo stesso.