I Buoni Propositi 2022

Ma che bella agenda-organiser che mi hanno regalato, c’è anche il ricambio per l’anno 2023

Chissà se arriverò a mangiare il prossimo panettone, già quest’anno è stato sofferto

L’oroscopo 2022 promette il ritorno di Giove per noi Arieti, di sicuro potrà aiutare nella consapevolezza di una mia battaglia persa già in partenza in quanto questa volta mi fermo ad aspettare.

D’altra parte è da quando sono nato che mi diverto a combattere contro i mulini a vento ed ora francamente questo gioco non mi diverte più.

Sono 3 i miei buoni propositi per il 2022 :

– evitare discussioni ed azioni sterili con gente a cui è inutile rivolgere la parola e starci accanto

– fare un bel respiro e contare fino a 10

– sorridere, salutare educatamente ed andarmene in silenzio

Per voi tutti un grande in bocca al lupo, ma ricordatevi il vero senso di questo augurio, siate lupi e non crepate se potete.

Caro Babbo Natale, è tutto inutile

Per prima cosa grazie per essere arrivato a scriverti in questo difficile 2021, non solo per quanto succede nel mondo ma perché è il Natale più difficile della mia vita, senza più nessuno dei miei angeli custodi a 4 zampe che sono volati in cielo.

Vorrei tanto avere per regalo la forza di poter chiedere il perdono per tutti i miei peccati, ma lo sai meglio di me, per chiedere perdono bisogna a propria volta saper perdonare, ed io non ho ancora raggiunto questa fase,e molto probabilmente non la raggiungerò mai perché in me cova troppo rancore per le ingiustizie non solo subite ma a cui assisto quotidianamente.

Questo Natale voglio fare gli auguri con il mio cuore lacerato a tutti coloro che nel corso della mia vita mi hanno usato come uno straccio e spremuto come un limone per poi buttarmi via
Va bene così, è il destino e non si può cambiare
Statemi bene, a voi e famiglia.

Diario di Bordo data astrale 1.9.2021

Sono passati 2 mesi dalla perdita della terza ed ultima figlia a 4 zampe, il lutto ed il vuoto intorno a me è ancora denso di ricordi che affiorano in ogni momento della giornata e notte.

La vita in qualche modo deve andare avanti con l’aggravante dei fatti di cronaca di cui siamo quotidianamente bombardati facendoci salire la bile dalla rabbia delle ripetute ingiustizie.

Cerco di reagire ed impegnarmi per riuscire finalmente ad ultimare il mio libro che ha subito uno stop per via degli eventi di questi ultimi 2 anni.

Prima però, la sfida più importante per me è il cercare di fare pace con me stesso, e per questo ci vuole non poca concentrazione,autoanalisi e volontà.

Il Signor Guido

Molti anni fa, nei primi anni 2000 prima di lasciare Milano e poco prima di una notevole serie di eventi che mi hanno certo segnato la vita, frequentavo con la mia compagna di allora un bar in via Losanna, dove era veramente un piacere poter prendere l’aperitivo milanese in un tipico ambiente rilassante.

Il Signor Guido non era solo il gestore del bar , ma un personaggio di quelli della vecchia guardia, uno che ha trascorso una vita piena, un “Maître à Penser” con il quale ci accumulava anche la passione cinofila.

Ai tempi quando arrivavo al bar con la mia LUNA c’era sempre il suo stupendo Boxer fulvo ad accoglierci e Guido si prodigava dapprima verso il mio cane con la ciotola d’acqua fresca e delle mozzarelline più qualche fetta di prosciutto per LUNA .

Con il Signor Guido abbiamo scambiato opinioni e discorsi su molti temi , ed i brividi mi salivano nei suoi racconti tra cui il dover affrontare il momento drammatico della scomparsa dei nostri figli a 4 zampe.

C’è una cosa però che nei suoi racconti, seppur toccante , sulla quale non mi sono trovato d’accordo, e guarda caso oggi a distanza di tempo, ne rifletto ancora il contenuto.

Il Signor Guido mi disse ” ho fatto 4 infarti e ho due bypass, ho sempre avuto cani con me, quando sarà il momento per questo mio boxer, subito un altro, o io o loro “

No caro Signor Guido, io no , dopo 4 di cui 3 che porto in fin di vita la frase ” o io o loro ” non mi appartiene, resto piuttosto sulle sagge parole di Alain Delon riguardo la fin di vita sua e del suo pastore tedesco : ” se se ne andrà prima di me soffrirò ma consapevole, quando arriverà il mio momento chiederò al veterinario di farlo partire insieme a me , non potrò mai sopportare che resti solo senza me ”

Questo a quanti ora mi dicono di prenderne un altro, no , il capo branco ora è solo ad ululare .

Le Scuse,il Perdono, i Sensi di Colpa

Nella mia tormentata esistenza, fatta di qualche gioia, di molti drammi che mi hanno segnato e anche di alcune storiche divertenti gaffes, sono sempre stato attento ai piccoli dettagli, tanto è vero che fin da piccolo alle elementari, più di una volta il Maestro interruppe la lezione per fare notare ai compagni di classe le mie osservazioni.

Con questo non voglio assolutamente farne un vanto , il mio percorso scolastico è molto basso, seppur di certo molto più erudito dal semplice fatto della nostra generazione cresciuta negli anni 70 in rapporto al vuoto cosmico delle generazioni odierne.
Tra le molte cose a cui tengo di fare delle precisazioni, mettendo i famosi “puntini sulle i” c’è per me la notevole differenza tra le Scuse ed il Perdono.

Troppo spesso sento persone che parlando o scrivendo chiedono scusa , perdonami ….

Per me non è la stessa cosa.

Io faccio e/o ricevo delle scuse quando a torto e/o ragione commetto e/o subisco un lieve danno che involontariamente o con leggera malizia NON comporta un fatto grave a tal punto da segnare il corso della tua vita.

Quelle per me sono le SCUSE .

Il PERDONO invece è per me qualcosa su un altro piano, dapprima perché comporta un fatto molto più grave, che ti marca indelebilmente, ed in secondo luogo perché implica di conseguenza una spiritualità e/o fede religiosa che ne accetta i fatti.

Io non posseggo questa prerogativa, e di fatto quindi non riconosco il PERDONO (ben inteso su fatti che mi hanno segnato a vita) nella mia esistenza.

Né come offerta e/o segno di pace né tantomeno come richiesta per i miei misfatti (sarebbe troppo comodo così).

Con questo voglio però specificare che il fatto che io non perdoni NON implica la vendetta o il passare i giorni della mia vita a tirare imprecazioni e malvagità augurando il peggio a chi di fatto io non perdono.

No, la mia è solo una presa di posizione che non esula dai Sensi di Colpa.

Quelli che a discrezione del soggetto rodono dentro come un topo che ti distrugge piano piano con dei dolori atroci.

Spesso da sensi di colpa ingiustificati o sopravvalutati , questi dolori sono talmente forti da farti venire la ragione per la quale ti verrebbe voglia di accettare e/o domandare il perdono, ma non lo fai, non per una questione di orgoglio ma perché semplicemente hai le tue impostazioni mentali fino alla fine.

Si, lo so , ho un bruttissimo carattere

Non si è mai troppo pronti e preparati

Nonostante ci si impone una massima preparazione ad eventi che segnano indelebilmente la propria vita, poi quando arriva il momento tutto cambia ed è molto difficile mantenere i controllo. Ero preparato da alcuni anni a dover affrontare la terza eutanasia dei miei figli a 4 zampe , e scherzando ( ma non troppo) con il veterinario dicevo spesso : ” la prossima per favore faccela insieme, anche per il capo branco” Lui rispondendo con ironia ma conscio del mio dolore disse : ” non posso perché per te la dose da cavallo pazzo non me la autorizzano” – Un mese fa scattai questa foto a Sheila, nei suoi occhi c’era un messaggio chiaro che mi ha dato la forza non solo di affrontare questo momento ma di dirmi chiaramente : ” Papà sii forte e vai avanti, fallo per me ,per Luna e Tommy . Addio Sheila, immensamente grazie per questi 14 intensi anni fedele al mio fianco. Il Capo Branco è rimasto solo, solo senza neanche un cane, ed ulula forte, un licantropo per te , per Tommy e Luna. Voi mi sentite e ne siete fieri , ci ritroveremo per sempre, aspettatemi.

Cosa fai lì abbandonata ? Vieni via con me

Non si trattava di un contenitore qualunque, ma qualcosa che solo alcuni che hanno circa la mia età e che sono stati fortunati a possedere questo oggetto possono indovinare di cosa si tratti.
Avevo 8 anni quando la ricevetti in dono per Natale, era il 1976.
Come per una strana combinazione, proprio in questo periodo in qui sto ultimando il mio libro in cui ripercorro molti fatti- persone e oggetti della mia vita, eccoti qui cara Olivetti Lettera 35.
Mi viene male a pensare che in tutti questi anni tra traslochi e situazioni che mi hanno costretto a disfarmi di numerosi oggetti del passato oggi come per magia questo incontro sia avvenuto.
Sicuramente chi l’ha abbandonata non sapeva neanche cosa fosse, come del resto un qualsiasi Millenials e la più parte di quelli in Smartworking.


Ben ritrovata cara Lettera 35.

Ravvedetevi “compagni”

Sono stato anch’io un po socialista,un po radical-chic , lo ammetto, ma in anni e situazioni differenti, dove venivano a mancare dei diritti di base e dove certe lotte erano su un piano sociale-culturale più spesso.

Il fatto che io abbia cambiato”direzione” non toglie in me di prendere certe distanze da un populismo spiccio di bassa lega,ne tantomeno di non valutare ed approvare diritti e doveri per tutti.

C’è un antifascismo e anticomunismo storico in Italia che è obsoleto e che blocca di fatto la società odierna a vantaggio dei soliti noti.

Sono sconcertato leggendo post di gente che stimo che nonostante la cruda realtà, si arrampica su i vetri per difendere concetti e posizioni in virtù di una sinistra che vi/ci ha preso palesemente per il culo.

No “compagni” no … Non ci siamo,ravvedetevi siete ancora in tempo a salvare il vostro “giardinetto”.

E come canta Venditti ” A Firenze dormimmo da un intellettuale,
la faccia giusta e tutto quanto il resto
Ci disse no compagni amici io disapprovo il passo
manca l’analisi e poi non c’ho l’elmetto
Ma bomba o non bomba noi arriveremo a Roma
Malgrado te

Questioni di Cuore e Dignità

cuore_dignita

Ho sempre pensato ed associato le fasi in cui finisce un’intensa storia d’amore o un susseguirsi di fatti con il mio miglior periodo creativo/intellettivo.  

Il “c’eravamo tanto amati” con tutti gli strascichi e sofferenze del caso, si transforma magicamente come un ottimo momento in cui solo per sopravvivenza riprendi un controllo introspettivo intenso che sfocia in una spiccata forma e desiderio di relazionarsi e comunicare. 

Non è tutto “rosa e fiori” ovviamente….

Il “ti faccio vedere chi sono io” amplificato dal palcoscenico ed ego della connettività odierna ha i suoi rovesci della medaglia.  

Ah… se solo avessi avuto la stessa forza e prontezza di risponderle per le rime in quei momenti ….  

E così si accumulano rancori che ti fanno precipitare in un vortice dal quale “se” ne esci,resti marchiato a vita come una bestia al macello in attesa del suo turno in quelle notti insonni dove vorresti tirarti subito il colpo di grazia se solo ne avessi la possibilità.  

C’è chi poi,chi come me di questi marchi ne ha già parecchi, e poco servono le solite prediche di chi ti resta come amico,ne tantomeno le lezioni di vita di chi ti liquida in discorsi e frasi fatte sulla depressione ed argomenti / rimedi di contorno.  

No,non è questo il punto ne i metodi, ma una questione di cuore e dignità che aborra alla scontatissima risposta : “non ti ho mentito,ti ho solo nascosto le cose per il tuo bene,per non farti preoccupare,ho solo temporeggiato” (le cavallette. ..citando Belushi – The Blues Brothers) 

La verità sta sempre nel mezzo è vero,ed ormai in tutte le vicende della vita,non solo in amore, e nella società odierna non si possono più “lavare i panni sporchi in casa”,tutto diventa un real-movie ai livelli più spregievoli di cui però alla fine manca la tanto attesa “Giustizia”. 

Per questo io invidio chi ha una relazione con un pugile/pugilessa ,perchè chi ti affronta subito a pugni in faccia (s.f ) lo fa ad armi pari e dignità non trattandoti come un idiota.  

Finito l’incontro sul ring c’è chi vince e chi perde ma si resta entrambi dei campioni. 

Io personalmente fin ora in amore ho solo trovato delle “Carontesse”, ottime traghettatrici con le quali ho navigato bene illudendomi di essere in una eterna crociera di lusso. 

La Palestra Tropézienne

wp_20160814_001Ho concluso 3 mesi in cui sono stato impegnato con un lavoro stagionale per il Comune di Saint-Tropez,la famosa località mondana della Costa Azzura. Sapevo cosa mi attendeva,per me è stata una scelta espressa per uscire da un brutto periodo passato nel 2015 e dopo un ottimo inizio 2016 in cui ho avuto questa grande  opportunità della partecipazione al film. Avevo bisogno di un’altra scena,di immergermi in una movimentatissima commedia reale tra gente più o meno comune,VIP,ricchi apparenti e barboni sfondati di grano. Certo è che il clima di tensione della delicata situazione francese non ha certo giovato,specie dal dopo dei tristi fatti di Nizza, ma a  Saint-Tropez tutto è proseguito “quasi”come se niente fosse accaduto o meglio come se riguardava “altrove”,perchè lì “the show must go on”… Ho visto i parigini di luglio sentirsi i padroni assoluti della città con le dovute battutine e liti per strada con i marsigliesi e i residenti, ho visto una nuova generazione che arrivava in città senza neppure sapere chi è la Bardot,cos’era la dolce vita e tutti i films con Louis de Funès, chiedendosi ma dov’è il McDonald ?? Ho assistito a liti tra ristoratori napoletani e siciliani tra i vicoli della Citadelle, ho assorbito le lamentele dei tanti ” lei non sa chi sono io (in versione pseudo-borghesia francese ),ho subito un’ umiliazione pubblica da parte di 2 ragazzini degli Emirati Arabi che mi hanno piantato in mezzo alla strada con le chiavi dentro una Ferrati “La Ferrari” buttandomi addosso una manciata di dollari, ho reagito male ad un truzzo italiano con tatuaggi e piercing sulla lingua ,uno di quelli tipo “generazione FEDEZ” che bestemmiava per strada e che dopo si è messo a farmi la morale perchè non potevo rispondergli e trattarlo cosi’. Ho riso con un un’artista di strada,un uomo “di mondo”che animava il porto ed i suoi locali vestito con una vecchia divisa del film “il Gendarme di Saint-Tropez”,mi sono trovato accanto a Sir Elton JOHN trovandomi a dover filtrare i paparazzi e ricordando i miei trascorsi negli anni’90 e per caso nel parcheggio dove è atterrato l’elicottero con il Principe Alberto di Monaco ricevuto dal Rabbino mentre stavo mangiando il mio panino prima di prendere servizio, ho assistito all’andirivieni di mignotte di alto borgo chiamate “les étudiantes”e al protagonismo/ego delle altre più comuni con vari selfies,  ho sopportato pazientemente il turismo di massa di agosto,le code sotto il caldo per tutto, ho iniziato a respirare una certa tranquillità con settembre,nonostante qualcosa nella mia vita privata andava a rotoli. Mi sono emozionato quando  facevo attraversare i piccoli mocciosi all’uscita da scuola, ma soprattutto  vedevo ogni giorno il sorriso e la gioia sul volto di un bambino malato terminale che mi salutava , perchè i malati siamo noi.